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Australia: la "Terra dei Sogni"
dal Cuore Rosso alla Grande Barriera
Testo di LORENZO BRAGAGNOLO
Foto esterne di Lorenzo Bragagnolo
Foto subacquee di Claudio Ziraldo
Terra dei Sogni è il nome con cui gli
Aborigeni chiamano la terra in cui vivono: l'Australia.
Parlare dell'Australia in poche righe è un compito veramente arduo,
basti pensare che copre un territorio nettamente più esteso dell'intera
Europa, con una rete stradale e ferroviaria nemmeno da paragonare per
tipologia ed estensione. Questo significa anche un'incredibile varietà
di paesaggi, dal deserto di sabbia alle montagne, dalla foresta pluviale
alla barriera corallina, dalle metropoli alle distese di campi coltivati.
Il titolo però indica subito di cosa voglio parlare in questo articolo:
di due "attrazioni turistiche" a mio modesto parere tra le più
belle del territorio australiano. Per farlo, partirò dal "Cuore
Rosso" da noi chiamato Ayers Rock, dagli aborigeni Uluru.
Per i padroni di casa, questo è un posto sacro, sede di cerimonie
segrete che ancora oggi, quando praticate, sono vietate all'uomo bianco.
Per chi invece come noi ama viaggiare, Uluru è un sito turistico
di grande attrazione: provate a pensare ad un monolito (quindi un unico
blocco) di roccia rossa senza nulla di simile per caratteristiche e dimensioni
nel raggio di centinaia di chilometri, con sfumature di colore impensabili
che si creano quando il sole è basso sull'orizzonte, non c'è
nulla di simile in tutto il mondo. Sul posto, è possibile fare
una passeggiata intorno al monolito, però fate attenzione: ci vogliono
un paio d'ore, e quando il sole si alza fa molto caldo... Siamo in una
zona desertica. Durante questo giro si vedono dei paesaggi e delle forme
incredibili, ma in certi punti è vietato scattare fotografie in
quanto luoghi sacri per gli aborigeni che non gradiscono la cosa; così
come non gradiscono molto che le persone scalino la Montagna Sacra, anche
se sopportano e lasciano alla coscienza di ognuno di noi la scelta se
farlo o no. In ogni caso per chi lo volesse fare, c'è persino una
catena per aiutarsi durante la salita; attenzione però, Uluru è
alto circa 350 metri, non è una passeggiata.
Se andate in Australia e ne avete la possibilità, fateci un giretto
di almeno un paio di giorni, nonostante il numero altissimo di giapponesi
in branchi (anzi, greggi), rimarrete sicuramente soddisfatti.
Seconda tappa del tour "da non perdere" è
il Kakadu National Park, raggiungibile in auto da Darwin, l'ultimo avamposto
"civile" prima dell'Outback. È un posto un po' fuori
dagli schemi, con paesaggi che a prima vista sembrano monotoni, ma che
di colpo si aprono in panorami da togliere il fiato. Caratteristiche di
questo parco sono le cascate, ne troverete a decine, spesso abbinate a
laghetti dove è possibile fare il bagno; pianure a perdita d'occhio
rotte solo da collinette rocciose alte una ventina di metri su cui spesso
ci sono graffiti rupestri tra i più antichi del mondo; il Bush
tipico dell'Australia, foreste a perdita d'occhio; i fiumi. Insomma, questo
è il parco dove è stato girato il famosissimo film "Mr
Crocodile Dundee", con tanto di bufalo da poter vedere. Animali tipici
della zona sono, oltre ai canguri, le mosche (si consiglia l'uso di cappellino
con retina antimosche), i serpenti (secondo una statistica, dei quindici
serpenti più velenosi al mondo, ben undici sono originari dell'Australia;
quindi occhio a tutto quello che fruscia nell'erba), e i coccodrilli.
In Australia vive l'unica specie di coccodrillo esistente al mondo in
grado di passare tranquillamente dall'acqua dei fiumi al mare; perciò
quando avete voglia di fare un bagno chiedete sempre a qualcuno, anche
se siete fuori dal parco... Loro non conoscono i confini. Spesso i tour
organizzati bene, offrono gite su fiumi della zona, dove con delle vere
e proprie "bistecche alla fiorentina", fanno avvicinare e saltare
fuori dall'acqua i coccodrilli per permettere ai turisti di fotografarli.
Il tutto avviene comunque sempre sotto la stretta sorveglianza delle guide
autorizzate. (L'esemplare nella foto è stato stimato dalla guida
in circa sei metri di lunghezza).
Cliccare
sulle immagini per ingrandire
Eccoci quindi arrivati al punto cruciale della nostra
chiacchierata: la Grande Barriera.
Duemila chilometri di reef per una superficie totale superiore a quella
dell'Italia, il più grande ecosistema del mondo, visibile addirittura
dallo spazio... Non possiamo fare a meno di fare qualche immersione in
questo paradiso, anche se con qualche difficoltà. Non dobbiamo
pensare alla barriera australiana paragonandola ai reef presenti nel Mar
Rosso o ai caraibi, che i più già conoscono: è completamente
diversa. Innanzi tutto viene chiamata Outer Reef , cioè reef esterno,
per la sua distanza dalla costa: tanti rimangono stupiti quando scoprono
che la barriera è a circa 40 Km dalla costa e che non è
una barriera unica, ma un insieme di reef separati. Il modo migliore per
dare un'occhiata a questi splendidi fondali è farsi una crociera;
ce ne sono di tutti i tipi e di diversa durata, da due giorni a due settimane...
La compagnia più famosa in loco è la Mike Ball, che propone
crociere commerciali su enormi catamarani da cinquanta persone, ma è
possibile trovare soluzioni più "intime" ed alternative:
una di queste (che ho sperimentato personalmente), è a bordo della
Undersea Explorer; una motonave che fa capo ad una fondazione di ricerca
scientifica che durante i suoi spostamenti si autofinanzia portando subacquei
a fare crociere.
Importante da ricordare: in Australia durante le immersioni subacquee
è obbligatorio l'utilizzo del computer e il possesso dello "sparabile",
da utilizzare in caso d'emergenza come insegnano tutte le didattiche.
Ecco quindi alcuni punti d'immersione da ricordare per bellezza e caratteristiche:
Cod Hole: famoso per le sue cernie giganti, parliamo di pesciolini molto
più grossi di un sub con attrezzatura, ma non solo; in zona si
vedono anche squali grigi e "pinna bianca" in gran numero, barracuda
e pesce cosiddetto di "passo". Di solito si effettua l'immersione
"in drift", cioè facendosi trasportare dalla corrente
che scorre spesso impetuosa; difficilmente si scende sotto i 20/25 metri.
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Cernia gigante
a Cod Hole
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Osprey Reef: anche qui troviamo un gran numero di squali
e alcune cernie giganti, ma anche tonni e barracuda, nonché alcuni
esemplari di alcionari dalle dimensioni più vicine a quelle di
un albero che di un corallo; i più fortunati potranno anche pescare
il jolly e vedere uno squalo balena... Su questo reef ci sono diversi
punti d'immersione con profondità variabili tra i -40 e i -20 metri.
Qui intorno il fondale arriva a profondità di parecchie centinaia
di metri, e se siete sulla Undersea Explorer, in zona i biologi nella
notte cercheranno di catturare degli esemplari di Nautilus con delle nasse
calate intorno ai - 300 mt. Questi molluschi rari saranno quindi misurati,
etichettati, registrati per monitorarne il numero in questa parte della
barriera. Dato che sono animali dalle abitudini notturne, non saranno
liberati che a notte fonda, quindi i biologi vi offriranno la possibilità
di fotografarli sia sulla barca sia in acqua durante una specifica immersione
pomeridiana in un "luogo sicuro", dove cioè non corrano
il rischio di essere predati o persi. È un'occasione che può
capitare una volta nella vita, e non per caso.
Pixie Pinnacles: pinnacoli madreporici "tempestati" di pesci
piccolissimi, in alcuni momenti quasi impediscono di distinguere il vostro
compagno di immersione; se siete appassionati di macrofotografia potrebbe
essere il posto che fa per voi.
Tracy's Wonderland 15-072: non vi stupite il nome è proprio questo,
il luogo è poi pieno di coralli multicolori dalle dimensioni impensabili
e ombrelli madreporici dal diametro di alcuni metri; qui vive anche una
varietà endemica di seppia gigante che può misurare anche
venticinque centimetri... di diametro!!!
Da segnalare ci sono anche Ribbon Reef, Agin Courts, Challenger Reef,
Snake Pit, Harrier Reef, esiste anche un No Name Reef ma i punti di immersione
possono essere migliaia, e descriverli tutti significherebbe fare dei
torti, quindi ci fermiamo qui, semplicemente nominandone alcuni.
A differenza di altri posti, la presenza degli squali è costante
e numerosa, tale da far pensare che insieme alle cernie giganti siano
la maggiore attrazione del luogo, ma non è così. La cosiddetta
biodiversità qui è talmente accentuata che l'attrazione
principale è quella che cercate voi; infatti, oltre ai già
citati squali e cernie, troviamo anche serpenti marini, mante, delfini,
macro e microfauna di tutti i tipi, forme e dimensioni. Da ricordare inoltre
che in periodi particolari è possibile trovare la Dwarf Mink Whale,
una particolare specie di balenottera o addirittura l'invasione delle
tartarughe verdi che appaiono a migliaia per andare a deporre le uova.
Nonostante le sue dimensioni, la Grande Barriera è un parco suddiviso
in cinque diverse zone, ed è costantemente monitorato e studiato,
e nonostante la massiccia presenza di turisti (soprattutto subacquei),
la zona visitabile è circa il 5% della superficie totale.
Resta in ogni modo il fatto che la Grande Barriera è un posto che
non si dimentica. Qualunque sia il vostro livello di esperienza o per
quanto grandi possano essere le vostre aspettative, statene certi: non
rimarrete delusi.
Si chiude quindi qui il nostro breve viaggio nella
terra dove tutto è Downunder come amano dire gli australiani. Solo
per vostra informazione, per fare un giro che preveda le tappe di cui
abbiamo parlato, dovrebbero bastare tre settimane, se vi organizzate bene
forse ci sta anche il viaggio... Mettete comunque in conto di fare tutti
gli spostamenti lunghi in aereo, organizzando quasi tutto dall'Italia;
forse costerà qualche Euro in più, ma risparmiate giorni.
Se infine decidete di andare in Australia, fatemi un favore: fate un sogno
anche per me.
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