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MANADO
la "Perla di Sulawesi"
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Pur
non esibendo lesplosione di colori che caratterizza i fondali di
altre località esotiche, le ripide pareti di questa zona dellIndonesia
sono in grado di affascinare anche i sub più esperti, grazie alla
presenza di una fauna variegata che comprende ben 150 specie di coralli
e oltre 3000 di pesci tropicali.
Il profilo del vulcano spento di Manadotua,
nella suggestiva luce del tramonto.
Testo e Foto di CLAUDIO
ZIRALDO
Articolo pubblicato sulla rivista "SUB" n.179
Ed. Adventures
LIndonesia è una repubblica del
Sud Est Asiatico, comprendente il vasto arcipelago situato tra lIndocina
e lAustralia.
Il sistema insulare è formato da 13.170 isole, tremila delle quali
abitate.
Si estende per 5.150 chilometri da Est a Ovest e per 1.391 chilometri
da Nord a Sud, con una superficie emersa di 1.948.732 chilometri quadrati.
La Repubblica Indonesiana comprende tre quarti del Borneo (Kalimatan),
la metà occidentale della Nuova Guinea (Irian Java), Giava, Celebes
(o Sulawesi) e Sumatra, le isole più grandi che da sole occupano
il 95 per cento dellarcipelago.
Ci sono inoltre Timor, Lombok, Sumba, Sumbawa, Flores, Bali, Solor, Alor
(le piccole isole della Sonda), le Molucche (Maluku) ed altri raggruppamenti
minori.
In Indonesia si estende la foresta pluviale più vasta del mondo,
seconda soltanto a quella Amazzonica.
Nonostante lintenso disboscamento, si annoverano tuttora 4000
specie arboree.
Questo immenso laboratorio naturale si trova nella zona di transizione
tra le due maggiori zone faunistiche del mondo, quella asiatica e quella
australiana.
La linea che le separa, nota come Linea di Wallace, attraversa
il territorio indonesiano, nel quale si possono trovare specie asiatiche
e australiane: a Ovest della linea rinoceronti, elefanti, tigri, tapiri,
oranghi, e varie specie di scimmie (comunità faunistica asiatica);
a Est cacatua, uccelli del paradiso, e diversi marsupiali (comunità
faunistica australiana).
Molte varietà sono endemiche di una specifica isola.
Una rinomurena Rhinomurena
quaesita, dalla splendida livrea blu e gialla.
Celebes è una delle grandi isole dellarcipelago
della Malesia.
Situata a Est del Borneo e a Ovest delle Molucche, lisola è
prevalentemente montuosa, con vette che superano i 3000 metri (monte Rantekombola
3455 metri); nella parte della penisola settentrionale si trovano ancora
vulcani attivi.
I Portoghesi furono i primi ad avvistarla nel 1512, ma dal 1607 gli Olandesi
ne ottennero gradualmente il controllo, conquistandola completamente nel
XIX secolo.
Lisola entrò a far parte della provincia delle Indie Orientali
e Manado diventò la sede ufficiale dei rappresentanti di governo.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, dal 1942 al 1945, lisola fu
occupata dai Giapponesi.
Nel 1946 Celebes fu inclusa nello stato autonomo dellIndonesia Orientale,
facente parte dei nuovi stati dIndonesia (lodierna Repubblica
dIndonesia).
Manado è il capoluogo della provincia di Celebes Settentrionale
ed è situata sullestremità dellomonima baia.
È un importante centro commerciale per la regione agricola circostante
ed il principale porto sulla costa a nord dellisola.
Si affaccia sul piccolo arcipelago di Bunaken, formato da cinque isole:
Bunaken, Siladen, Manadotua, Mantehanghe e Neang; un Santuario Naturale
di 75.000 ettari, dichiarato diversi anni fa riserva marina.
La regione dellOceano Pacifico che si estende tra lIndonesia,
la Papua Nuova Guinea e le Filippine è, a buon diritto, considerata
il Triangolo dOro della subacquea, grazie alla straordinaria
ricchezza di fauna marina che popola questi stupendi fondali.
I siti di immersione dellarcipelago di Bunaken si raggiungono tranquillamente
in 45-60 minuti di barca da Manado.
Per le imbarcazioni, le attrezzature e
le guide ci si può tranquillamente appoggiare ai vari diving che
si trovano lungo la costa.
Il nostro gruppo ha optato per la soluzione della crociera: in barca abbiamo
potuto raggiungere larcipelago delle isole Sangihe, i cui fondali
sono ancora assolutamente incontaminati e dove pochissimi subacquei si
sono immersi fino ad oggi.
Si tratta di isole vulcaniche, non protette da antistanti barriere coralline;
pertanto ci si immerge sulle punte in mare aperto, su cadute che precipitano
verticalmente per molte centinaia di metri, regno di grandi spugne, crinoidi
dai mille colori, tunicati, gorgonie e anemoni.
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Sulle pareti a strapiombo nel blu delle isole
esterne,
esposte alle correnti oceaniche,
la fauna bentonica è rigogliosa e colorata. |
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In questi splendidi fondali esposti alle correnti
oceaniche ogni incontro è possibile e le guide conoscono bene i
diversi barracuda point dove, con un po di fortuna,
si può assistere a spettacoli veramente emozionanti.
Frequenti sono inoltre gli avvistamenti di pesci Napoleone, tartarughe,
carangidi e grandi tonni.
Chi si reca in questo mare non deve aspettarsi gli scenari multicolori
del Mar Rosso o le incredibili concentrazioni di pesci delle pass della
Maldive; Sulawesi offre infatti ai visitatori uno spettacolo discreto
e carico di fascino, sembra quasi che lalone di magia che circonda
le terre emerse di questo splendido paese, continui anche sottacqua.
Si possono realizzare immagini dambiente con luso di ottiche
grandangolari ma certamente, in considerazione della grande varietà
di forme di vita presenti sulla barriera, vale la pena di dedicarsi alla
riprese ravvicinate.
Sono state infatti classificate ben 150 specie di coralli e oltre 3000
di pesci tropicali.
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Uno stupendo gambero, ripreso di notte tra le madrepore.
Una famiglia di pesci pagliaccio
Amphiprion percula,
ripresi di notte insieme alla loro attinia. >>
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Questa eccezionale proliferazione di vita sottomarina
è legata alla particolare conformazione morfologica del fondale,
che precipita a quote abissali e alle ulteriori favorevoli condizioni
create dalla presenza di correnti oceaniche ricche di plankton e sostanze
nutritive.
Madrepore di ogni tipo offrono riparo e substrato su cui insediarsi a
crinoidi dai mille colori, tunicati dai diafani mantelli, anellidi dai
colorati piumaggi, mentre una moltitudine di bizzarri nudibranchi si muove
pigramente sul reef per la gioia dei fotografi.
Il mare di Manado inoltre è il regno dei pesci pagliaccio che,
con le loro splendide livree, vivono simbioticamente con diverse specie
di anemoni.
Tra la moltitudine di pesci corallini che abbiamo incontrato ci ha colpito
la livrea dello Pterois biocellatus, uno scorpenide che non
avevamo mai osservato in altri luoghi.
Numerose le varietà di crostacei, tra i quali i piccolissimi gamberi
che vivono sul mantello delle stelle di mare e ne assumono la colorazione
Periclimenes longicarpus e la galatea Allogalathea elegans,
che invece preferisce alloggiare tra le flessuose braccia dei crinoidi.
Tra le tante piacevoli sorprese, lincontro con la rinomurena Rhinomurena
quaesita, con il pesce fantasma Solenostomus paradoxus
e con il cavalluccio marino Hippocampus kuda.
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Nei fondali di Manado, con un pò di fortuna, si
può incontrare il pesce fantasma Solenostomus paradoxus.
Il velenosissimo serpente dagli
anelli "Laticauda colubrina", ripreso durante un'immersione
notturna. >>
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Onnipresenti sia di giorno che di notte i serpenti
di mare Laticauda colubrina, anche di grandi dimensioni.
Durante la crociera ci siamo immersi oltre che sul periplo di tutte le
isole dellarcipelago di Bunaken, sui fondali di Bangka, Biaro, Ruanng
e Siau.
Purtroppo una giornata di mare grosso ci ha impedito di raggiungere la
nostra meta: Mahangetang, dove si possono osservare attività vulcaniche
sommerse, con bolle che escono in grande quantità dal fondale.
Questa formula, cioè di dividere in due parti il viaggio, ci ha
permesso di visitare le isole esterne e poi, in tutto relax, di effettuare
diverse immersioni al giorno nei fondali delle isole intorno a Manado,
con mare praticamente sempre calmo e con possibilità di ripetere
limmersione sui tratti di reef più interessanti.
In questo modo abbiamo potuto realizzare il lavoro fotografico in modo
organico e curato.
LE IMMERSIONI
In genere, salvo rari casi, ci siamo immersi
con lausilio dei due gommoni in dotazione alla nostra barca, su
pareti solitamente ripide, ma costellate di grotticelle ed anfratti che
riservano sempre qualche interessante sorpresa.
Questo metodo si è dimostrato molto pratico, consentendoci una
notevole autonomia ed offrendoci la possibilità di protrarre molto
a lungo le immersioni, al termine delle quali abbiamo sempre trovato i
tender ad accoglierci in superficie.
Conviene non trascurare mai qualche minuto sul top del reef, dove spesso
si fanno piacevoli incontri: anemoni con i loro pesci pagliaccio, ghiozzi
di fuoco Nematoleostris magnifica e stelle dai diversi colori
(molto spesso blu), con i loro microscopici gamberi simbiotici.
Irrinunciabili le immersioni notturne, di altissimo livello, in particolare
sui reef delle isole esterne; anche in questo caso è bene stazionare
per qualche minuto in prossimità della superficie, dove è
possibile individuare pesci addormentati.
Sono veramente tanti i siti di immersione lungo il periplo delle isole
dellarcipelago.
Ne cito alcuni tra i più conosciuti:
- Barracuda Point, nella parte occidentale
dellisola di Mantehage, un punto battuto spesso da forti correnti,
dove staziona un enorme branco di barracuda, composto da centinaia di
individui.
- Raimond, Lekuan e Sacchiros Point,
sul perimetro della costa di Bunaken.
- Tanjung, Kopi, Panguligan e Negeri, sulle
pareti a strapiombo del vulcano spento di Manadotua.
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Sui reef di Manado vive una moltitudine di coloratissimi
nudibranchi.
Una piccola galatea Allogalathea
elegans,
che vive abitualmente tra le flessuose braccia dei crinoidi. >>
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Per concludere segnalo un angolo di mare che
mi ha molto colpito e dove mi sono immerso più volte: si tratta
di una parete che degrada lentamente davanti al villaggio dellisola
di Siladen.
Questo punto è ricco di ogni forma di vita tipica di questi luoghi
e, riemergendo non lontani da riva, si rimane colpiti da unatmosfera
piena di fascino e quasi irreale: bambini che giocano sulla spiaggia,
donne indaffarate nei lavori domestici, intorno alle loro capanne e pescatori
che preparano le caratteristiche piroghe, con bilanceri costruiti con
enormi canne di bambù.
Eppure, nonostante il fascino emanato da questo magico angolo di mondo,
mi sono sentito un po fuori luogo; con le mie attrezzature tecnologiche,
il computer subacqueo, la fotocamera elettronica
mi è parso
di essere un intruso in un ambiente dove uomo e natura convivono ancora
in pace ed in armonia.
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