Ras Mohammed:
un parco nel deserto

Il promontorio più famoso
del Mar Rosso

Testo e Foto di CLAUDIO ZIRALDO
Articolo pubblicato sulla rivista "SUB"n. 122
Ed. Adventures


Visitando il parco si rimane particolarmente colpiti dall’acuto contrasto tra l’apparente aridità del deserto e la profusione e la varietà della vita che caratterizzano la barriera corallina

Nella cartina del Sinai il promontorio di Ras Mohammed ed i percorsi consigliati per immergersi a Shark e Jolanda Reef.

Il promontorio di Ras Mohammed, estrema propaggine meridionale della penisola del Sinai, è uno dei luoghi di immersione più famosi di tutto il Mar Rosso.
Il Governo Egiziano, con la Legge 102 del 1983, destinò questa zona ed il relativo retroterra (la Black Hill) ad area protetta.
Nel 1989 il territorio venne definitivamente dichiarato parco nazionale, per le sue specifiche caratteristiche di interesse naturalistico e paesaggistico.
Il programma per lo sviluppo del parco nazionale cerca di trovare un giusto equilibrio tra la conservazione dell’ambiente e lo sviluppo dell’attività turistica, considerando questa area un importante patrimonio nazionale.

<< Nei pressi della punta meridionale di Shark Reef si incontrano molto spesso fitti branchi di barracuda.

Fitti branchi di platax si possono trovare a Ras Mohammed, sia in acqua libera che a ridosso della parete corallina. >>

Il parco è amministrato dall’Organizzazione per gli Affari Ambientali.
Ai visitatori si chiede il rispetto di dodici norme che regolano l’accesso e la permanenza nel parco stesso, oltre ad una tredicesima di carattere generale che dovrebbe essere rispettata non solo nel parco di Ras Mohammed, ma dovunque e da tutti: “Non prendere nulla e non lasciare nulla dietro di te”.
Nel parco si concentra la maggior parte delle caratteristiche geologiche individuate nel sud del Sinai:
Reef corallini emersi, pianure alluvionali, selvagge montagne granitiche e dune di sabbia e sassi; tutto ciò costituisce il ricco e variegato ecosistema del deserto Egiziano.
Il territorio del parco è delimitato a Ovest dal Golfo di Suez, caratterizzato da fondali poco profondi (95 metri circa) e a Est dal Golfo di Aqaba, con batimetriche che raggiungono i 1800 metri.
Il Golfo di Aqaba è parte di un’ampia frattura creatasi in ere remote sulla crosta terrestre, che si estende dal Mar Morto fino alla African Rift Valley; si formò quando le zone continentali Africane e Arabe cominciarono a separarsi 70 milioni di anni fa, tra l’altro questo fenomeno di separazione è ancora oggi in corso.
Le linee costiere attuali emersero nel corso di lunghi periodi: il parco contiene, infatti, fossili classificati da 20 milioni a 75.000 anni fa; tutti di origine marina (coralli, conchiglie, ricci e molte altre forme di vita sia bentonica che alieutica).
La maggior parte di questi organismi vive tutt’ora sui reef circostanti.
Visitando il parco di Ras Mohammed si viene colpiti dall’acuto contrasto tra l’apparente aridità del deserto e la profusione e la varietà di vita che caratterizzano la barriera corallina; in realtà poi anche in superficie ci si può stupire.
Nel parco, infatti, vive un tipo di mangrovia molto particolare “Avicea marina”, che ha colonizzato il versante occidentale di una stretta laguna salmastra nella quale sostano spesso, durante le migrazioni stagionali, migliaia di cicogne.
Le mangrovie vivono nell’acqua salmastra; il loro apparato radicale rimuove il sale dall’acqua che entra poi nel sistema linfatico degli alberi.
Qualsiasi quantità di sale residua viene rimossa dalle foglie che, osservate attentamente, rivelano una sottile patina di sale nella parte inferiore.
Le mangrovie sono importanti aree di riproduzione per invertebrati e pesci ed un habitat ideale per molte specie di uccelli, sia stanziali che migratori.
Anche gli Habitat terrestri contengono un gran numero di animali e piante.
Insetti e rettili, che in genere conducono vita notturna e mammiferi, come la volpe del deserto “Fennec”, la gazzella, la iena e piccoli roditori.

<< Un grosso pesce napoleone gioca a rimpiattino con i sub, tra i rottami di un container.

Pile di vasche da bagno e rottami vari ammassati sul pianoro sabbioso alla base della barriera corallina di Jolanda. >>

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La fauna avicola è invece rappresentata sia da uccelli di passo, come le cicogne bianche (Ciconia ciconia), che nei mesi estivi transitano in stormi di migliaia di individui e le cicogne nere (Ciconia nigra); sia da varietà stanziali come il falco (Falco tinnula), il falco pescatore (Pandion lineatus) e da molte altre specie di uccelli minori.
Anche la fauna sottomarina ha subito notevoli benefici a seguito della politica protezionistica avviata dal Governo Egiziano e immergersi in queste acque è particolarmente emozionante.
Ma l’istituzione del parco non è il solo motivo dell’eccezionale concentrazione di fauna bentonica e alieutica di questo magico angolo di mare.
Ci sono altri importanti fattori, quali la posizione geografica, la struttura morfologica del territorio, le profondità abissali immediatamente adiacenti ai reef esterni e la costante corrente che, uscendo dal Golfo di Aqaba, porta un’enorme quantità di nutrimento planctonico.
Nell’area sono presenti circa mille specie di pesci, alcune delle quali endemiche del Mar Rosso (fatto, questo, dovuto al periodo di isolamento subito tra i 500 ed i 300 mila anni fa).
La maggior parte delle specie è strettamente associata alla barriera corallina (le cernie, i labridi, i chetodontidi e i pomacantidi) mentre le altre, le pelagiche (gli squali, i tonni, i carangidi e i barracuda), vivono solitamente in mare aperto e si avvicinano alla barriera solo per nutrirsi e, in qualche caso, per riprodursi.
Molto spesso transitano in queste acque tartarughe, mante, aquile di mare e squali balena; ai più fortunati è capitato l’incontro con il pesce vela.
Ma lo spettacolo che più ha reso famoso questo luogo di immersione è determinato dalla presenza, nei mesi tra luglio e settembre, di folti gruppi di pesci pipistrello (Platax orbicularis) e di enormi banchi di dentici rossi (Lutjanus bohar), che creano scenari unici ed entusiasmanti.
Ma veniamo alle immersioni.

Immensi sciami di dentici rossi (Lutjanus bohar) si riuniscono nei mesi tra Luglio e Settembre in prossimità della punta settentrionale di Shark Reef.

La morfologia del fondale di Ras Mohammed è caratterizzata da un reef costiero antistante una vasta laguna, le cui acque lambiscono la spiaggia; all’esterno di questa barriera litoranea si innalzano due imponenti torri madreporiche, Shark Reef e Jolanda Reef, separate da una sella larga una cinquantina di metri e con profondità variabili tra i 10 ed i 20 metri.
In questo tratto di mare si trovano alcuni ormeggi dai quali, in genere, si entra in acqua per effettuare le immersioni.
Dalla base di tali ormeggi partono alcune cime guida, utili per superare lo spazio necessario a portarsi in favore di corrente.
La sella è abitata da pesci stanziali, come il pesce napoleone (Cheilinus undulatus), le murene giganti (Gimnotorax javanicus) e da molte specie minori come cernie, razze, pomacantidi e scontrosi pesci balestra.
Nella maggior parte dei casi, le immersioni iniziano da uno degli ormeggi predisposti nella sella tra le due torri con percorsi in senso orario, dirigendo verso nord su Shark Reef o verso sud su Jolanda.
Dopo aver effettuato molte immersioni di questo tipo, abbiamo elaborato due percorsi che, senza costringere i sub ad affrontare pinneggiate controcorrente, permettono di circumnavigare in un’unica entusiasmante drift-dive, entrambi i reef.
Elementi indispensabili per poter effettuare tali discese sono un ottimo affiatamento del gruppo ed una perfetta intesa con lo Skipper, che deve essere particolarmente esperto e meticoloso.
Si inizia facendo avvicinare l’imbarcazione di poppa al punto “A”, sovrastante la sella che si estende tra il reef costiero e Shark; l’entrata in acqua dovrà essere molto rapida perché la corrente tende ad avvicinare la barca al reef e bisogna scendere con le fotocamere in mano, in quanto non c’è tempo per farsele passare da bordo.
In questo punto la corrente proveniente da nord si divide in due tronconi che sfilano sui lati orientali ed occidentali della secca.
Con poche pinneggiate ci si porta in favore di corrente, tenendo il reef sulla destra ed il mare aperto sulla sinistra.
A circa 30 metri di profondità si possono ammirare alcune gorgonie di enormi dimensioni, tra i cui rami vivono bellissimi pesci falco (Oxycirrhites typus); un’occhiata, alcuni scatti e poi via verso quote meno impegnative.
Percorsi pochi metri, si arriva nella zona in cui generalmente staziona il branco dei dentici e, con un po’ di fortuna, si possono realizzare immagini di grande efficacia; spesso si trovano su questa punta folti gruppi di barracuda, carangidi e squali di diverso tipo.
Siamo ormai nel pieno della corrente e sull’orlo di un profondo abisso; la parete, tappezzata di alcionari di ogni colore, sembra vibrare a causa del frenetico nuoto di migliaia di piccoli anthias (Anthias squamipinnis).
A metà circa del versante orientale di Shark reef, a 12 metri di profondità, si trova una spaccatura completamente ricoperta di splendidi alcionari viola, al riparo della quale spesso staziona un folto gruppo di platax.
Ma è in prossimità della punta meridionale della secca che occorre stare attenti alle sorprese: quasi certo è l’incontro con un fittissimo branco di barracuda, mentre gruppi di carangidi risalgono la corrente da quote piuttosto elevate.
E’ questo un punto molto pericoloso, in quanto la corrente, di solito particolarmente violenta, tende a spingere verso il fondo e allontana dal reef; è opportuno quindi, se si intende fotografare un branco di pesce pelagico in acqua libera, tenere sempre d’occhio gli strumenti e non allontanarsi eccessivamente dalla parete.
Lasciato Shark Reef, a seguito degli accordi stabiliti nel breefing precedente l’immersione, si dovrà seguire l’itinerario prestabilito e, superata la sella che separa le due torri, procedere in senso orario o antiorario; potremo quindi circumnavigare Jolanda sul versante del mare aperto, in favore di corrente, oppure lungo il perimetro interno fino a raggiungere la zona dei container, in prossimità della punta sud-occidentale.
Il versante interno, tranne l’incontro con i napoleoni e con fitti gruppi di pesci trombetta, non presenta interessanti particolarità.
Piacevoli sorprese, invece, ci aspettano sul versante esterno, popolato da folti gruppi di alcionari e da una variopinta fauna corallina; corrente permettendo, se ci si allontana dalla parete e si rimane sospesi nel blu ad una ventina di metri di profondità, non è raro imbattersi in fitti branchi di pesce pelagico che a volte si avvicinano a tiro di obiettivo, attratti dal rumore e dal luccichio delle bolle.

Un pesce pagliaccio si nasconde tra i tentacoli di un’attinia ad “Anemone City”.

La barca ci aspetterà in mare aperto, oppure attraccata all’ormeggio del punto “B”; l’immersione, in entrambi i casi, termina nella cosiddetta zona dei container.
Il nome Jolanda proviene dal relitto di una nave da trasporto affondata in queste acque nel 1981; successivamente nel 1987, una violenta tempesta fece allontanare lo scafo dal reef, facendolo precipitare fino ad una batimetria di oltre 200 metri.
Sul fondale sabbioso, alla base della barriera, a circa 20 metri di profondità, si trovano ancora materiali di vario tipo e parte del carico: pile di vasche da bagno, sanitari, alberature, cavi e in particolare due container ancora in buono stato, le cui strutture sono state quasi completamente ricoperte da colorati alcionari e altri organismi marini.
Tra queste lamiere hanno trovato riparo gruppi di pesci grugnitori (Lutjanus monostigma), razze maculate (Taeniura limma) e molti altri abitanti della barriera, tra i quali una famiglia di pesci napoleone.
Ma Jolanda e Shark Reef non sono gli unici luoghi di immersione di Ras Mohammed.
Angoli incantevoli si trovano lungo tutto il reef litoraneo; in particolare le pareti sottostanti il cosiddetto Shark Observatory, l’alto sperone roccioso che costituisce la punta settentrionale del promontorio stesso, sono caratterizzate da profonde grotte e spaccature, orlate di stupendi alcionari e popolate da miriadi di glass fish.
Inoltre lungo la parete sommersa che da Shark Reef procede verso nord, si trova uno spettacolare punto di immersione chiamato Anemone City.
Si tratta di un vero e proprio santuario dedicato agli anemoni, che sorge su un pianoro tra i 15 e i 20 metri e che ospita un numero impressionante di attinie dei generi “Stoichactis e Gyrostoma heliantus”.
Tra i tentacoli urticanti di questi splendidi abitanti della barriera nuotano indisturbati numerosissimi pesci pagliaccio (Amphiprion bicinctus) e domino neri (Dascillus trimaculatus).
Si tratta di una vera e propria rarità biologica, di eccezionale bellezza, che testimonia ancora una volta la magica atmosfera che avvolge i fondali di Ras Mohammed.